Alla manifestazione delle Sardine. Consulcesi, escalation denunce
“Sanità in alto mare”: basta odio medico-paziente per una salute di qualità. Con cappellini e t-shirt con impresso questo slogan sono arrivate in piazza, con il Movimento delle Sardine, le principali preoccupazioni di medici e operatori sanitari italiani: l’inasprimento delle condizioni lavorative e l’aumento del clima di odio nelle corsie. Tematiche su cui sono stati sensibilizzati sia uno dei fondatori delle Sardine Mattia Santori sia l’europarlamentare Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, lanciando quei messaggi distensivi e anti- violenza che rappresentano il filo conduttore del programma presentato dal Movimento. “Questo clima di odio sdoganato anche alla salute coinvolge pure noi medici e gli altri operatori sanitari – ha confermato ieri Pietro Bartolo -. Spesso sfocia in aggressioni che si potrebbero evitare ritrovando la strada maestra del rispetto, anche delle diversità, e recuperando lo spirito della nostra missione. Da parte nostra dobbiamo far di tutto per recuperare la fiducia dei pazienti con l’ascolto e dimostrando professionalità e preparazione”. “Il clima di odio che si respira tra le corsie degli Ospedali di tutta Italia, come confermato dell’escalation di denunce e di aggressioni al centro anche degli ultimi casi di cronaca è lo specchio del disagio che vive il professionista sanitario oggi e che è stato portato in piazza al movimento delle sardine in Italia – ha affermato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi network legale per la tutela dei diritti dei medici – . Il miglior antidoto per stemperare le tensioni e recuperare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, auspicabile in un vero e proprio Patto della Salute, è senza dubbio un solido percorso formativo. In vista della cadenza del triennio formativo, la formazione continua, come evidenziato anche di recente da una discussa inchiesta di Panorama, sono tutele importanti anche per fronteggiare le numerose denunce che arrivano contro i medici e operatori sanitari. Il 95% di queste denunce si concludono con un nulla di fatto, ma rischiano di penalizzare la carriera dei professionisti: sia in termini di reputazione sia creando difficoltà nel trovare coperture assicurative. E inoltre il mancato assolvimento dell’obbligo ECM è tenuto in considerazione dei giudici in caso di contenzioso”.