Tortorella (Consulcesi): “Gli operatori sanitari hanno paura, dobbiamo arrivare alla scorta?” Consulenza legale gratuita per chi denuncia aggressioni, soluzione resta l’Arbitrato della Salute. Appello al ministro Speranza: «Insieme a Ddl anti-violenza anche quello sull’Arbitrato della Salute. Disposti a mettere a disposizione la nostra task force e ad un confronto coinvolgendo istituzioni sanitarie e associazioni pazienti»
La petizione #bastaodiomedicopaziente su Change.org supera le 20mila firme
“Videocamere sulle ambulanze, rafforzamento dei presidi di vigilanza e sicurezza nei Pronto soccorso, manca solo di predisporre un servizio di scorta per il personale sanitario. Dobbiamo arrivare a questo?». Lo chiede Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi (realtà di riferimento legale per oltre 100mila medici e operatori sanitari) riportando la forte situazione di disagio che i camici bianchi italiani stanno sfogando al Telefono Rosso, il servizio di pronto soccorso telefonico per la violenza in corsia messo a disposizione dal network legale. «L’escalation di episodi di violenza raccontata dai media in questi giorni – spiega Tortorella – sembra concentrarsi a Napoli, o al massimo in Campania, ma in realtà è un fenomeno molto più ampio e diffuso perché purtroppo molti casi non vengono denunciati per vergogna, rassegnazione e anche per il timore di ritorsioni». Dalle numerose chiamate giunte al Telefono Rosso lo spaccato che emerge è quello di una classe medico-sanitaria che non sente di avere le adeguate garanzie in termine di sicurezza nello svolgimento della professione.
«Bene le prime reazioni politiche sulle aggressioni in Campania al personale sanitario, ma non bastano i buoni propositi per contrastare quello che è diventato un vero e proprio allarme sociale. I medici hanno paura, – commenta Massimo Tortorella, presidente Consulcesi – è necessario agire tempestivamente per garantire sicurezza e tutela al personale sanitario quotidianamente impegnato a servizio della comunità».
Oltre ad un primo supporto attraverso il numero verde 800620525 del Telefono Rosso e ad offrire la tutela legale gratuita alle vittime di aggressioni, Consulcesi crede che la piaga delle aggressioni debba essere contrastata e arginata seguendo due strade: nell’immediato è necessario che tutti i professionisti sanitari siano adeguatamente formati a gestire situazioni di pericolo, dall’altra va ricreato un sano rapporto medico-paziente.
In tal senso va la proposta di istituire l’Arbitrato della Salute, una camera di compensazione tra le parti, tesa a raffreddare quel clima di intolleranza che ha preso di mira in particolar modo il mondo medico sanitario con un escalation di aggressioni nei pronto soccorso e negli studi privati, susseguirsi di denunce (molto spesso pretestuose, tant’è che nel 90% dei casi circa finisce in un nulla di fatto) nei confronti degli operatori, con conseguente aumento del ricorso alla medicina difensiva (e relativi costi eccessivi per le casse pubbliche), preoccupazione da parte delle associazioni di consumatori per il livello di formazione del personale sanitario. Tutto questo rischia di distruggere definitivamente il rapporto medico-paziente
«Dobbiamo collaborare tutti insieme a generare un sistema virtuoso – conclude Tortorella -, un luogo di confronto e non di contrapposizione per medici e pazienti. Abbiamo presentato questa proposta lo scorso anno al Ministero della Salute, era stato avviato anche l’iter per un Disegno di Legge e ci auguriamo ora che il ministro Roberto Speranza che ha già chiesto di accelerare sul Ddl anti-violenza, tenga in considerazione anche la nostra proposta. Siamo disposti a mettere a disposizione il nostro know-how, dare il nostro contributo insieme a tutte le parti in causa, comprese le associazioni che rappresentano i pazienti. Intanto la nostra petizione attiva su Change.org per dire basta all’odio tra medico e paziente e promuovere la creazione del Tribunale della Salute ha superato le 20mila firme ed è possibile ancora aderire a questo link: https://www.change.org/p/subito-il-tribunale-della-salute-basta-contrapposizioni-tra-medici-e-pazienti