Fondazione Consulcesi e Divertitempo: alla scoperta della street art

Prosegue il progetto di ‘inclusione a due vie’ realizzato da Fondazione Consulcesi e l’Associazione Divertitempo. Questa volta, il viaggio “Insieme nella Storia” fa “un’insolita tappa” nella più contemporanea arte romana della Street Art
Quando si pensa a Roma, la mente corre subito ai suoi antichi monumenti, ai suoi tesori storici e alle sue opere d’arte rinascimentali. Tuttavia, negli ultimi anni, la Città Eterna sta emergendo come uno dei centri europei più importanti di Street Art, tanto da farla eleggere Capitale Europea di questa forma d’arte urbana grazie a i suoi oltre 350 murales.
“La Street Art è ancora troppo spesso sottovalutata e associata a giovani ribelli, quasi sovversivi. In realtà, come stiamo scoprendo sempre più anche in Italia, questa forma d’arte è, tra le tante cose, tra le aggregative e comunicative”, spiega Silvia Mortari, direttrice insieme a Lavinia Lais dell’associazione
culturale Art-Club che da anni ormai accompagna i ragazzi di Divertitempo nelle visite guidate come quelle organizzate con Fondazione Consulcesi nell’ambito del progetto “Insieme nella Storia. Roma tra passato, presente e futuro”.
Verso un’arte più inclusiva ed accessibile
La scelta di dedicare un appuntamento del progetto di ‘inclusione a due vie’, che vede bambini e ragazzi con disabilità e bisogni speciali insieme ai figli dei dipendenti Consulcesi alla scoperta della storia e dell’arte romana, è legata ad una molteplicità di ragioni. Agli organizzatori dell’evento infatti, questa forma d’arte sta particolarmente a cuore perché è tra le più accessibili, inclusive e partecipative. “Pensiamo sia fondamentale lavorare e promuovere un’arte, e una società nel suo complesso, che favorisca l’uguaglianza, dal punto di vista della partecipazione, come anche della rappresentazione e dell’accesso a
questa”, aggiunge il Presidente di Fondazione Consulcesi, Simone Colombati.
“Mentre c’è sicuramente molta strada ancora da fare, in Italia come nel resto del Mondo, prima di vedere un’ampia diffusione di un’arte davvero inclusiva, in grado di dare spazio a tutti gli individui e di valorizzare a pieno le diversità, grazie ai murales sempre più persone, di tutte le età ed estrazioni sociali, si stanno avvicinando all’arte”, aggiunge la Mortari.
“Inoltre – prosegue la direttrice di Art-Club – la Street Art sta contribuendo sempre più a creare coesione sociale. Basti pensare ai tanti progetti di riqualificazione urbana affidati ad artisti anche esordienti, studenti e volontari, dai piccoli borghi alle grandi città, che permettono di dare nuova vita a luoghi e storie, rendendo i cittadini protagonisti e l’arte parte della loro quotidianità”.
L’uscita di Fondazione Consulcesi e Divertitempo tra la Street Art di Ostiens
È partito, non a caso, dal Quartiere Ostiense il tour dei giovani esploratori guidati da Art-Club domenica 25 settembre. Questo quartiere romano infatti, oltre ad essere stato il primo della Capitale dove la Street Art si è diffusa in maniera legale e in formato “super size”, è considerato il più famoso “Street Art district”
d’Italia.
“Dai 27 volti giganteschi che giocano con l’architettura del palazzo dell’Aeronautica militare al Wall of Fame di JB Rock, fino all’Hunting Pollution, il più grande murales d’Europa realizzato con pitture ecosostenibili, in grado di purificare l’aria, ogni ragazzo è stato affascinato da opere d’arte diverse ma tutte
sono state accolte con grande curiosità ed entusiasmo”, racconta Silvia Superbi, Direttrice di Fondazione Consulcesi.
“La visita è stata all’insegna dell’esplorazione del quartiere, dal suo passato industriale ad oggi, tra le opere di artisti come Sten Lex, Blu, Clemens Behr, Momo, Andreco, Martina Merlini, Tellas e molti altri che hanno restituito nuova vita e vitalità ad edifici dei primi del Novecento, reinventandoli totalmente e rendendoli unici”, aggiunge la Direttrice.
Come confermato dalle reazioni positive dei ragazzi all’uscita, “l’esplorazione della Street Art non consiste semplicemente nell’esaminare le creazioni degli artisti, ma è parte fondamentale anche l’interazione che si verifica con lo spazio urbano in cui queste opere vengono collocate, come anche con le persone che le
vivono”, conculde Silvia Mortari. “Abbiamo osservato e conosciuto insieme zone, murales e artisti spesso passati inosservati, scoprendo qualcosa di nuovo sulla nostra città, su nostri stessi e sugli altri, in linea con l’obiettivo che questo progetto di inclusione sociale, evento dopo evento, porta avanti”.

Massimo Tortorella