SCIOPERO MEDICI, CONSULCESI: «A RISCHIO IL FUTURO DEL SSN, SERVONO RISORSE E DIALOGO»
Gli scioperi del 9 e 23 novembre segnalano il profondo disagio dei medici italiani: dalla carenza delle borse di studio per i medici specializzandi fino all’annunciata voragine pensionistica: nei prossimi 5 anni 14 milioni di italiani senza il medico di famiglia. Il Presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorella: “Pronti a tutelare i medici in tutte le sedi finché non si troveranno soluzioni adeguate”
«La proclamazione, da parte dei sindacati della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, dello sciopero nazionale per il 9 e il 23 novembre è un chiaro segnale della profonda situazione di disagio che vive la classe medico-sanitaria in Italia. Senza sufficienti risorse il futuro del nostro Sistema Sanitario Nazionale è a rischio, quindi urge instaurare un dialogo con le istituzioni per affrontare le criticità più urgenti». Così Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Group, network legale internazionale specializzato nella tutela dei
professionisti della sanità. Il problema, infatti, non è solo il mancato rinnovo del contratto dei medici, ma un complesso panorama di incertezze sul futuro delle professioni sanitarie, che comporterà inevitabili ripercussioni negative sul diritto
alla salute dei cittadini. «Dalla carenza di borse di studio per i medici specializzandi fino all’annunciata voragine pensionistica, che nell’arco di appena 5 anni priverà 14 milioni di italiani del medico di famiglia, possiamo dire che, senza soluzioni concrete e rapide, i medici nel nostro Paese sono a rischio estinzione» sottolinea Tortorella.
Ma, in tutto questo, i camici bianchi non rimangono inermi davanti alle violazioni dei loro diritti: «Continuano le valanghe di ricorsi su tutte le principali vertenze ancora in sospeso – conclude Massimo Tortorella – dalla
lunga vicenda degli ex specializzandi fino alla questione delle disparità retributive che patiscono i Medici di Medicina Generale in formazione. Noi, da oltre vent’anni, portiamo avanti le loro battaglie nei Tribunali di tutta Italia e continueremo a farlo finché le istituzioni non individueranno le adeguate soluzioni normative».